Museo Archeologico Nazionale - Venezia

Piazzetta San Marco 17 - 30100 Venezia (VE)
Presentazione

Il Museo Archeologico Nazionale sorge all’interno di un palazzo del cinquecento, le Procuratie Nuove fin dal 1920. La raccolta del Museo Archeologico consta di una straordinaria collezione di sculture greche e romane, cui si affiancano un cospicuo nucleo di monete antiche, splendide gemme e cammei, manufatti in bronzo, ceramiche, antichità egizie e assiro-babilonesi e prestigiosi reperti tardo antichi.

Storia della collezione museale

Il Museo Archeologico Nazionale di Venezia affonda le sue radici più remote nell’istituzione dello Statuario Pubblico della Serenissima, nato sul finire del Cinquecento grazie alle donazioni di Domenico e Giovanni Grimani. Allestito originariamente nell’Antisala della Libreria di San Marco, attuale Vestibolo della Biblioteca Nazionale Marciana, lo Statuario rappresentava all’epoca uno dei primi musei pubblici d’arte antica di tutta Europa e costituì per secoli un celebre e frequentato polo di riferimento culturale. Trasferito nel Palazzo Ducale nel 1812, il Museo Archeologico fu nuovamente spostato negli anni Venti del Novecento presso le sale dell’ex palazzo Reale, dove si trova ancora oggi; l’allestimento dell’epoca si deve al professor Carlo Anti. Più recentemente, nel 1997, è stata riproposta una parziale ricostruzione di due pareti dello Statuario Pubblico della Serenissima all’interno del Vestibolo della Biblioteca Nazionale Marciana. Il Museo Archeologico Nazionale, che custodisce anche collezioni di proprietà civica, fa parte del percorso unico dei musei marciani assieme a Palazzo Ducale, Museo Correr e Libreria Sansoviniana

  • Descrizione
  • Sala I

    La prima sala del museo ospita interessanti manufatti lapidei, come stele funerarie e iscrizioni greche, relative a trattati di alleanza stipulati fra città cretesi (II sec. a.C.), e rilievi e frammenti di sculture romane (altorilievo di Mitra e il toro, piede di statua colossale).

    Sala II - Collezione numismatica

    Il secondo ambiente, posto in continuità con il settimo, è costituito da un lungo corridoio. La prima parte di questo corridoio è occupata da una piccola vetrina, posta lungo la parete a destra che contiene amuleti, stele magiche e testimonianze della scrittura egizia. Poco dopo questa piccola esposizione il percorso continua verso l’ambiente tre.

    Sala III - Sculture del V secolo a.C.

    Inizia con questa sala l’esposizione della straordinaria collezione di sculture greche e romane del museo. Nell’ambiente sono custodite, prevalentemente, copie romane di opere greche del V sec. a.C.. Lungo la parete di sinistra si possono distinguere una statua di Artemide in stile arcaizzante (metà del I sec. a.C.), con testa in gesso ricostruita sul modello di una copia pompeiana; un’erma di Ecate (II sec. a.C.), una testa di Hermes, replica romana di un originale in bronzo attico della metà del V sec. a.C. (forse opera di Agoracrito); una testa di Kore, replica romana di un originale in bronzo della cerchia di Calamide (metà del V sec. a.C.). Sulla parete di fondo, ai lati della porta, incombono due statue gemelle di grandi dimensioni che riproducono le Cariatidi. Entrambe datate al II sec. d.C., costituiscono un esempio di rielaborazione classicistica romana da un modello della seconda metà del V sec. a.C.; la testa della cariatide di sinistra (rinvenuta acefala) è un calco in gesso della. Lungo la parete di destra si segnalano, in particolare, una testa femminile originariamente pertinente ad un altorilievo attico della prima metà del IV sec. a.C. e un grande candelabro composito, ricostruito con parti antiche (ultimo quarto del I sec. d.C.) e parti moderne.

    Sala IV - Originali greci di età classica

    A differenza di quanto visto nella precedente, in questa sala sono custoditi solo originali greci. Le statue, provenienti da località dell’Egeo (Grecia, Creta, Asia Minore) ed entrate a far parte delle collezioni di Giovanni Grimani e di Federico Contarini, sono tutte databili tra la fine del V e la prima metà del IV sec. a.C. Degno di nota è il nutrito gruppo di statue femminili di dimensioni inferiori al vero, dette “peplophoroi” (che indossano il peplo), raffiguranti divinità e offerenti. Tra queste sculture, che provengono forse da un santuario greco, si segnalano due statue di Demetra, diversamente riconducibili ad un tipo elaborato da Cefisodoto, di produzione attica (prima metà/metà del IV sec. a.C.); una statua di Kore di scuola ionica, datata agli inizi del IV sec. a.C.; la cosiddetta “Abbondanza Grimani”, di scuola attica (fine V-inizi IV sec. a.C.), restaurata in età rinascimentale. Molto interessante è anche una statua di Atena, di scuola attica (410 a.C. circa), con testa romana del II sec. d.C. assemblata al corpo in occasione di un restauro rinascimentale.

    Sala V - Sculture del V e IV secolo a.C.

    La quinta sala contiene, perlopiù, sculture greche del V-IV sec. a.C. e copie romane di altre statue greche di età classica. Tra gli originali greci si possono segnalare una serie di rilievi funerari e votivi di produzione attica ( V-IV sec. a.C.); una testa di Atena del tipo Parthenos di Fidia, senza elmo metallico, opera di scuola attica (prima metà del IV sec. a.C.); un’altra testa di Atena di scuola scopadea ( seconda metà del IV sec. a.C.) e la grande statua acefala di Nike proveniente da Creta, opera di Damokrates di Itanos (II sec. a.C.), collocata a sinistra della porta d’ingresso. Tra i vari esempi di scultura greca classica del V-IV sec. a.C. riprodotti dalle numerose copie di età romana imperiale ricordiamo almeno l’Atena “tipo Velletri” di Kresilas, la statua di Asclepio attribuita a Timotheos, l’Apollo Liceo di Prassitele e le due teste, rispettivamente scopadea e lisippea, di Meleagro e di Dioniso.

    Sala VI - Lisippo e la scultura ellenistica

    La sala è dedicata alla scultura, in questa, attraverso originali, copie romane e rinascimentali si esplora la scultura partendo dal modello lisippeo fino al II secolo d.C. Al centro della sala troneggia la copia romana del I secolo d.C. di un originale greco di Lisippo attorno al 335 a.C.. Attorno a quest’opera si possono ammirare lungo le pareti: ritratti, rappresentazioni di divinità, statue, un bronzo di età rinascimentale (copia dell’originale greco noto come: “L’Adorante di Berlino”) e una base di candelabro di età traianea (inizi II sec. d.C.).

    Sala VII

    In continuità fisica con la sala II la visita continua nell’ambiente VII. Lungo le pareti della sala sono disposte alcune stele funerarie databili tra il II e il I secolo a.C. e delle vetrine contenenti numerose tipologie di materiali. Nelle vetrine sulla sinistra sono esposti ricchi oggetti d’arte suntuaria, quali bronzi e argenti, gioielli in oro dalle necropoli dalmate di Asseria e Aenona, nonché una selezione di gemme, avori e di vasellame in argento, fra i quali lo straodinario piatto in argento tardoantico con la scena del bagno di Atena proveniente da Castelvint di Mel, presso Belluno. Tra i cammei, degno di nota è il cosiddetto “Cammeo Zulian”, in onice, raffigurante Giove egioco. A queste, sia sulla parete di sinistra, che su parte della parete di destra, seguono delle vetrine dedicate all’esposizione del patrimonio numismatico del museo con esemplari che coprono un arco cronologico che va dall’età greca a quella bizantina. Infine, affrontata alla prima vetrina citata si trova una raccolta di manufatti bronzei di differente tipologia e datazione con al centro un cofanetto di avorio, un reliquiario, databile al V secolo d.C.. Tra le stele, infine, si ricorda la celebre stele funeraria di Lisandra, proveniente dalla costa occidentale microasiatica (attuale Turchia), databile alla seconda metà del II secolo a.C..

    Sala VIII - Scultura ellenistica

    La sala è interamente dedicata alla scultura ellenistica. Oltre ad un rilievo votivo originale di Cibele e Attis ( II sec. a.C.), tra le varie statue esposte si segnala una serie di copie di età romana imperiale rivolte a soggetti di vario genere: Eros e Psyche, Ermafrodito, Satiri, Ulisse (copia di un originale pergameno della prima metà del III sec. a.C.) e, soprattutto, i Galati vinti, collocati al centro dell’ambiente. Si tratta di repliche romane di tre celebri originali in bronzo dell’arte pergamena, risalenti al II sec. a.C.: il Galata in atto di cadere, il Galata in ginocchio e il Galata morto

    Sala IX - Ritratti romani

    Le ultime due sale del “percorso cronologico” offrono al visitatore il colpo d’occhio di una straordinaria sequenza di ritratti romani, databili tra il I sec. a.C. e il III sec. d.C. Tra i vari soggetti dei ritratti esposti in questa sala e in quella successiva si segnalano Pompeo, una serie di imperatori a partire da Augusto, alcune dominae delle famiglie imperiali, ma anche parecchi personaggi illustri della prima e media età imperiale. Un utile pannello con la genealogia degli imperatori romani da Augusto a Caracalla aiuta ad orientarsi nella visita. Oltre ai ritratti antichi sono presenti anche quelli rinascimentali ispirati a modelli romani, come ad esempio il cosiddetto “Vitellio” in bronzo esposto a confronto con l’originale in marmo. Sulla parete di fondo dell’ambiente è collocata una statua onoraria maschile rinvenuta ad Abano nel 1766, presso le sorgenti di acqua termale sacre alla divinità Aponus.

    Sala X - Ritratti romani

    In questa sala si possono ammirare diversi ritratti romani.

    Sala XI

    La saletta è ornata alle pareti da una serie di rilievi romani, tra cui quelli con putti, noti come “Trono di Saturno” (I sec. d.C.), provenienti da Ravenna.

    Sala XII

    La sala è attualmente occupata dall'aula didattica.

    Sala XIII

    In questa sala si trovano alcuni ritratti databili tra il II sec. a.C. e il II sec. d.C. e un rilievo di metà II d.C.. Il rilievo in origine doveva essere una lastra di copertura per loculi. La rappresentazione richiama sapientemente al racconto erodoteo che narra le vicende, la glorificazione e la morte di due personaggi: Cleobi e Bitone, qui impersonati da due giovani defunti a cui la madre doveva aver dedicato questa lastra.

    Sala XIV

    La sala ospita una serie di rilievi, urne e altari accomunati dalla loro destinazione prettamente funeraria.

    Sala XV

    In questa sala, oltre ad alcune iscrizioni funerarie e votive, sono collocate anche due grandi vetrine contenenti un’interessante raccolta di vasi ceramici. Nella prima vetrina sono presenti esemplari di ceramica micenea e cipriota, greca e magnogreca; nella seconda, attestazioni di ceramica di Gnathia e a vernice nera, etrusca e, infine, veneta antica. Tra i numerosi vasi esposti, molti dei quali in ottimo stato di conservazione, si segnala un notevole cinerario villanoviano

    Sala XVII- Collezione archeologica dei Civici Musei Veneziani

    Il tema della saletta è piuttosto eterogeneo, trattandosi dichiaratamente di “altre antichità di altra provenienza”. Tra le sculture presenti al suo interno si possono segnalare un rilievo votivo greco con Dioniso e offerenti (IV sec. a.C.), un rilievo funerario greco e due romani, una testa di Pan alessandrina (II sec. a.C.) e tre interessanti statuette “a cubo” egizie.

    Sala XVIII - Collezione archeologica dei Civici Musei Veneziani

    Anche questa sala raccoglie “altre antichità di altra provenienza”, giunte dalla collezione Correr. Si tratta perlopiù di sculture greche, di copie romane di originali greci (tra cui l’Hermes Propylaios di Alkamenes) e di ritratti romani. Sulla parete di destra si distinguono tre teste di scuola alessandrina in pietra nera (I sec. a.C.).

    Vestibolo Sansoviniano

    Attualmente chiuso al pubblico, in restauro.

    Sala XX

    La sala raccoglie varie antichità egizie e assiro-babilonesi. Il primo impatto alla vista del visitatore è senza dubbio offerto dalle due mummie esposte nella vetrina al centro della sala; alla stessa civiltà egizia sono ascrivibili anche alcune statuette e vasi canopi. Tra i reperti orientali, degni di nota sono i frammenti di rilievi dai palazzi di Ninive e Nimrud decorati con scene di cortei, guerra e caccia (IX-VII sec. a.C.), dono dell’archeologo inglese Austin Layard. Nella sala è presente anche la parte superiore di un sarcofago antropoide da Cipro (VI sec. a.C.).

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  • Galleria fotografica
  • Bibliografia di riferimento
    • Forlati Tamaro B. , Il Museo Archeologico del Palazzo Reale di Venezia, Roma 1969.
    • Traversari G. , Sculture greche e romane del Palazzo Reale di Venezia, Venezia 1970.
    • Traversari G. , Sculture del V-IV sec. a.C. del Museo Archeologico di Venezia, Venezia 1973.
    • Polacco R. , Marmi e mosaici paleocristiani e altomedievali del Museo Archeologico di Venezia, Roma 1981.
    • Traversari G. , La statuaria ellenistica del Museo Archeologico di Venezia, Roma 1986.
    • Sperti L. , Rilievi greci e romani del Museo Archeologico di Venezia, Roma 1988.
    • Traversari G. , Sculture romane e avori tardo-antichi e medievali del Museo Archeologico di Venezia, Roma 1988.
    • Lo Statuario Pubblico della Serenissima. Due secoli di collezionismo di antichità (1596-1797) , a cura di Favaretto I. Ravagnan G.L., Venezia 1997.
    • Nardelli B. , I cammei del Museo Archeologico Nazionale di Venezia, Roma 1999.
    • Ravagnan G.L. , Le gemme e i cammei del Museo Archeologico Nazionale di Venezia, Venezia 2003.
    • Museo Archeologico Nazionale di Venezia , a cura di Favaretto I., De Paoli M., Dossi M.C., Milano 2004.
    • Musei e raccolte archeologiche del Veneto , a cura di Di Mauro A., Dosson di Casier 2004, pp. 95-99.
    • Bonetto J., Veneto (Archeologia delle Regioni d'Italia), Roma 2009, pp. 429-432.