Museo di Palazzo Grimani - Venezia
Il Museo di Palazzi Grimani presenta una conformazione architettonica che richiama alla domus romana, quindi un palazzo a blocco con grande corte centrale. Al suo interno presenta diverse sale decorate con affreschi e stucchi di noti artisti, quali, ad esempio: Giovanni da Udine, Francesco Salviati e Federico Zuccari. A dare pregio al complesso, tuttavia, non contribuisce solo l’architettura straordinaria e la sua decorazione, ma anche l’esposizione di parte di quella che era la straordinaria collezione delle antichità della famiglia Grimani.
La straordinaria collezione delle antichità Grimani iniziò a formarsi a fine XV secolo, grazie al rinvenimento di diversi esemplari durante dei lavori edilizi effettuati su commissione della famiglia stessa in alcuni terreni di loro proprietà nell’area del Quirinale a Roma. La passione per l’antico e per l’arte che ha accumunato diversi membri di questa famiglia ha portato poi nel tempo la collezione a ingrandirsi e ad essere esposta parzialmente nella loro residenza, in particolare nella Tribuna. Questo finché Giovanni Grimani, patriarca di Aquileia, non decise di donare parte della sua collezione alla Serenissima, a fine XVI secolo. Da questo momento in poi vi furono diversi cambiamenti di sede per le celebri sculture, finché nel 2019 non vennero ricollocate, parzialmente all’interno della domus Grimani.
Sala del Doge
Nella seguente sala sono state esposte ventisei sculture databili tra la seconda metà del V secolo a.C. e il XVI secolo.
Tra le sculture antiche spicca il gruppo di Dioniso appoggiato a un satiro, una rielaborazione romana su modelli greci di II secolo d.C. con restauri del XVI. Il gruppo scultoreo dell’altezza di ben 2,17 m rappresenta il dio Dioniso, ebbro, sorretto da un satiro.
Camaron d’oro
La sala deve il suo nome caratteristico alla decorazione delle sue pareti che, in origine, erano decorate da arazzi a tema biblico intessuti con filo dorato. All’interno della sala si possono ammirare attualmente ritratti, calchi e due sculture antiche: un busto di Atena (117-138 d.C.) e la cosiddetta statuetta di “camillo” ricavata dalla figura di un servitore di un altorilievo greco del II secolo a.C., rilavorata in età romana e con restauri cinquecenteschi.
Sala a fogliami
Questa stanza di grandi dimensioni conserva perfettamente l’aspetto delle decorazioni cinquecentesche, in particolare sul soffitto si può ammirare una rievocazione dell’orto celeste. In questa splendida sala tra diverse opere di distinguono anche due vasi strigilati databili, uno al I-inizio II secolo d.C., l’altro al II secolo d.C..
Antitribuna
Poco prima della Tribuna, il cuore della domus e della sua esposizione, si può entrare in questa sala. Al suo interno si possono notare due anfore in marmo baccellate databili alla seconda metà del I secolo a.C..
Tribuna
Questa è l’ultima sala visibile dell’esposizione e al suo interno su nicchie mensole e cornicioni si dispiega un immenso patrimonio statuario, 88 esemplari. Tra questi sono visibili sia originali, che copie degli originali che si trovano al Museo Archeologico Nazionale di Venezia. Tra questi numerose opere sicuramente quella che spicca maggiormente è quella di Ganimede rapito dall’aquila (fine III sec. d.C.) che rimane sospesa al centro della sala come se si stesse calando dall’apertura posta all’apice del soffitto a cassettoni della tribuna.
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Didascalie delle opere
Postazioni informatiche
- Museo Archeologico Nazionale di Venezia , a cura di Favaretto I., De Paoli M., Dossi M.C., Milano 2004.
- Favaretto I., Traversari G., Tesori di scultura greca a Venezia, Raccolte private del ‘500 al Museo Archeologico, Venezia 1993.
- Ferrara D., Rossi T. B., Domus Grimani 1594-2019, La collezione di sculture classiche a palazzo dopo quattro secoli, Venezia 2019.
- Bristot A., Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa, Storia, arte, restauri, Verona 2008.

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