Ingresso Nell’ambiente di ingresso del museo si possono trovare allestiti alcuni supporti introduttivi. Gli stessi riportano informazioni sul territorio, sui materiali e sulla necropoli preromana di Mel. Ad accompagnare queste informazioni sono proposte anche alcune riproduzioni dentro una vetrina e delle ricostruzioni, in scala inferiore, di una delle grandi tombe a tumulo (i cosiddetti “circoli”). |
Sala 1 La prima sala, a destra dell’ambiente di ingresso, è interamente rivolta all’esposizione delle decine di corredi funerari rinvenuti nella necropoli preromana a cremazione di Mel, ai quali sono dedicate le undici vetrine disposte sui lati lunghi e i due pannelli illustrativi collocati lungo i lati brevi. La visita inizia con il corredo della tomba 25 (fine del IX-inizio dell’VIII sec. a.C.), esposto nella prima delle sei vetrine sulla destra, procede con criterio cronologico in senso antiorario e si conclude con i corredi contenuti nelle ultime due vetrine sulla sinistra, datati tra la fine del VI e la metà del V sec. a.C. Tra i molti manufatti esposti si distinguono vasi ossuari in bronzo (situle, lebeti e ciste) e in ceramica (situle e olle), oggetti di ornamento personale come spilloni, anelli, pendagli, ganci decorati di cinture, armille e fibule di varie tipologie (“ad arco costolato”, “ad arco ribassato”, “a navicella”, “a drago con cornetti”, “a sanguisuga”, “ad arco figurato”, come la particolare fibula “ad arco configurato a felino” della tomba 76, risalente alla metà del V sec. a.C., scelta quale simbolo del museo), ma anche strumenti d’uso quotidiano, come coltelli, punteruoli, fusaiole e aghi per la filatura. I corredi funerari rivestono un notevole interesse non solo dal punto di vista storico-artistico, ma anche sotto l’aspetto rituale e quello socio-economico (sesso, età, rango sociale ecc.). |
Sala 2 Nella seconda sala, sono esposti i materiali provenienti dall’abitato preromano, romano e medievale di Mel (località Ciopa),da alcune collezioni private e il tesoretto di Trichiana. Quest’ultimo è esposto proprio difronte all’ingresso della sala, ed è composto da ben 42 denari (monete) rinvenuto nei pressi di Trichiana nel 1967. Gli esemplari esposti coprono un arco cronologico di coniazione che va dall’88-89 a.C. al 218-222 d.C.. Nelle prime vetrine che seguono sono esposti materiali relativi all’abitato protostorico (VI-V sec. a.C.), portati alla luce in varie occasioni tra il 1995 e il 2003-04. Nella prima vetrina si trovano un frammento di un vaso cordonato originariamente contenuto in una vasca per la raccolta idrica, un manico di situla e parte della lastra di copertura della vasca stessa; nella seconda materiali ceramici vari e fibule “tipo Certosa”. Interessanti sono i manufatti della terza e quarta vetrina, relativi allo scavo di un pozzo-cisterna di età romana indagato nel 1999 nel fondo Da Canal; una moneta del 73 d.C. rinvenuta nell’incamiciatura interna ne data l’epoca di costruzione. Alla fase più tarda (II-IV sec. d.C.), relativa ai riempimenti di chiusura del pozzo, appartengono le numerose brocche, anforette e ollette, alcune delle quali recanti lettere incise, di cui è presentata una scelta rappresentativa nei ripiani superiori. Ai riempimenti inferiori dell’invaso (I-II sec. d.C.) si riferiscono invece i materiali in ferro (forchettone da fuoco, anello con parte di asse ligneo appartenente alla struttura del pozzo, manico di catino), le due tazze integre in bronzo (trullae) e il frammento di macina in pietra lavica contenuti nella terza vetrina, nonché i vari pesi da telaio troncopiramidali in terracotta, con marchi e decorazioni, esposti in quella successiva. Nella quarta vetrina si trovano anche altri materiali di età romana rinvenuti nel centro di Mel. L’esposizione prosegue in senso antiorario, lungo le vetrine sulla sinistra, dove sono esposti reperti zumellesi di epoca protostorica e romana, provenienti dalla raccolta Chiarelli, dalla donazione Curtolo e dalla ricca collezione numismatica di Giovanni Sartori (1921–2013). Il nucleo monetario della collezione sartori è particolarmente significativo perché documenta la circolazione monetale nella provincia di Belluno in epoca romana. Tra i pezzi più notevoli spicca la base di un elegante candelabro in bronzo, risalente al I secolo d.C., composta da tre bracci decorati con foglie di palma e terminanti a zampa caprina. |
Sala 3 La terza e ultima sala, situata al primo piano, ospita tre vetrine. In ciascuna di esse sono presenti pannelli esplicativi a supporto dei manufatti esposti, accompagnati da immagini rappresentative delle aree da cui proviene il materiale. Nella prima vetrina sono esposti i reperti provenienti dallo scavo presso la chiesa di San Piero, che mostrano una notevole eterogeneità cronologica: si va infatti dall’età del Ferro fino al Medioevo. L’area dove oggi sorge la chiesa ha restituito, in ordine stratigrafico, prima i livelli medievali, poi quelli romani e infine strati più antichi che testimoniano una frequentazione già tra il VI e il IV secolo a.C. La seconda vetrina espone i reperti rinvenuti durante le campagne di scavo condotte a Cesana nel 2013-2014. Le indagini hanno permesso di riportare alla luce diverse strutture e materiali riferibili a un periodo compreso tra l’Alto e il Pieno Medioevo. Tra i manufatti selezionati per l’esposizione si possono osservare frammenti ceramici, elementi in terracotta (concotti), alcune monete e un coltello con manico in osso e lama in ferro, particolarmente significativo. Infine, nella terza vetrina è esposta una riproduzione di una splendida patera in argento, decorata con una raffigurazione mitologica e datata al VI secolo d.C.. Accanto a essa, si trovano dei reperti in selce, che mostrano tracce di lavorazione tipiche del Paleolitico medio. |
| I Veneti antichi: inizia il viaggio , 2003. |
| Mel. Museo Civico Archeologico. Guida interattiva (CD-ROM) , Ponte nelle Alpi 2002. |
| Bonetto J., Veneto (Archeologia delle Regioni d'Italia), Roma 2009, pp. 426. |
| Musei e raccolte archeologiche del Veneto , a cura di Di Mauro A., Dosson di Casier 2004, pp. 35. |
| Gangemi G., Dall'età del Ferro alla romanizzazione, in Belluno. Nel regno delle Dolomiti, Cittadella 2005, pp. 44-48. |
| De Biaso C., Frapporti M, Museo Archeologico di Mel, Borgo Val Belluna 2022. |