Via Dante 4 - 32041 Auronzo di Cadore (BL)
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Sito Web https://auronzomisurina.it/cultura/museo-corte-metto/ |
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Presentazione
Il Museo Palazzo Corte Metto si articola su quattro piani. Tre sono dedicati ad aspetti che da secoli caratterizzano profondamente il territorio del Centro Cadore: Scienze della vita e della terra (primo piano), Archeologia (secondo piano), Minerali e miniere (quarto piano), mentre uno (il terzo) ospita la sede dell’Associazione Nazionale Alpini. La sezione archeologica raccoglie e illustra i reperti più significativi rinvenuti nello scavo del santuario di Monte Calvario ad Auronzo, nonché alcuni materiali relativi all’abitato auronzano di età romana e altomedievale.
Storia della collezione museale
L’antico Palazzo Corte Metto fu sede del locale “Museo della Flora, della Fauna e della Mineralogia” dagli anni ’50 dello scorso secolo. Arricchitasi negli anni di numerosi esemplari, nel 1991 la collezione naturalistica fu donata al Comune di Auronzo dal dott. Giovanni Bisatti e, validamente riordinata, venne a costituire il nucleo di un nuovo museo multitematico, costituito con il convinto sostegno della locale Comunità Montana e della Regione Veneto. In questo rinnovato contesto espositivo, che si avvale di un moderno ed efficace riallestimento seguito ai restauri degli anni 2004-06, hanno trovato una collocazione didatticamente coerente anche i reperti archeologici provenienti dallo scavo del santuario di Monte Calvario e da altri interventi operati presso l’abitato romano di Auronzo, che rivestono un interesse di primaria importanza per chi intenda approfondire le conoscenze storiche sulla vita e sulle vicende delle popolazioni che abitavano il territorio cadorino nell’antichità.
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Salone centrale Il percorso museale prende avvio dal lungo corridoio centrale, che funge da collegamento tra le sale espositive e introduce al contesto storico-geografico dell’alta e media valle del Piave in epoca preromana e romana e, in particolare, al tema dell’antica viabilità che si snodava in quest’ambito territoriale. Sin da questa prima sala è possibile apprezzare il registro seriamente divulgativo garantito dal ricco ed efficace apparato di pannelli, didascalie e sistemi audiovisivi che contraddistingue l’intera esposizione museale.
La sequenza espositiva inizia a sinistra dell’ingresso e procede in senso orario.
Il primo pannello chiarisce la distribuzione dei siti di età preromana e romana (ma anche altomedievale) nell’alta e media valle del Piave, il secondo invece è dedicato alla tecnica stradale romana, il terzo alla strada da Feltre al Passo di Monte Croce Comelico e il quarto infine alla figura del noto studioso Alessio De Bon (1898-1957), di nascita cadorina, e al metodo rigoroso che egli applicò nel condurre le sue apprezzate ricerche storico-topografiche.
Sulla parete di fondo si trova una gigantografia del tratto di strada antica in località Madonna di Loreto a Lozzo di Cadore. |
Sala 1 (Il santuario) Nella seconda sala sono esposti alcuni manufatti in bronzo legati al culto, provenienti dal santuario di Monte Calvario. I veri protagonisti della sala sono due dischi votivi, decorati con tecniche di cesello e sbalzo. Questi dischi sono stati trovati in modo sporadico all’inizio degli anni 2000. Uno dei due è parzialmente danneggiato nella parte superiore, ma nella parte conservata si può vedere una figura femminile attorniata da motivi vegetali che tiene in una mano un kantharos (una coppa) e nell’altra un grappolo d’uva. Il secondo disco, conservato integro, mostra al centro una figura che potrebbe rappresentare un dio. Questa figura domina la scena ed è circondata da altri elementi che richiamano un momento di celebrazione sacrificale e di libagione. Anche se questi dischi sono particolarmente importanti, non sono gli unici reperti significativi della sala. Qui si trovano infatti anche manici e vasche di simpula (strumenti per attingere liquidi), tutti con iscrizioni, così come alcune lamine di bronzo anch’esse iscritte. |
Sala 2 (Il santuario: dediche con iscrizioni) Con questa sala l’esposizione entra nel vivo dei principali rinvenimenti del santuario di Monte Calvario.
In una vetrina al centro del vano sono esposte due importanti lamine a disco in bronzo, che rientrano una tipologia di ex voto tipica dell’area del Piave (Montebelluna, Ponzano, Musile, Nervesa). I due dischi di Auronzo, che come gli altri erano appesi a supporti di legno, raffigurano rispettivamente una figura femminile che si volge solenne verso sinistra e una divinità maschile da identificarsi probabilmente con Dioniso/Bacco. Le immagini e il testo sulla parete di sinistra analizzano attentamente le due raffigurazioni sacre prestando attenzione ai particolari e agli attributi dei due personaggi: ad esempio, il grappolo d’uva e il kantharos rimandano ad una religiosità di tipo misterico-dionisiaco, con riferimento al ritmo delle stagioni, della fertilità e della vita della natura e dell’uomo, mentre l’altare e il grosso coltello richiamano alla mente una celebrazione sacrificale.
A destra dell’ingresso si trovano altre due vetrine, contenenti lamine bronzee a specchio liscio del tipo “a pelle di bue” ed elementi (tre manici e una vasca) di simpula (attingitoi) con iscrizioni venetiche, rinvenuti sempre presso il santuario di Monte Calvario. La vicina didascalia riassume i principali aspetti della religiosità dei Veneti antichi, alla cui cultura rimandano queste testimonianze sia sotto l’aspetto tipologico sia sotto quello epigrafico, mentre il carattere delle divinità venerate sembra rimandare piuttosto all’influsso romano.
Ulteriori indicazioni sul rapporto tra i santuari e la scrittura nel Veneto antico, in particolare nella valle del Piave, sono ricavabili dal pannello sulla parete di destra, prima di accedere alla sala successiva. |
Sala 3 (Attestazioni di pratiche di culto) Nella terza sala, attraverso i numerosi reperti esposti, si esplorano le diverse pratiche di culto che si svolgevano presso il santuario di Monte Calvario. Nella prima vetrina sono esposte diverse monete la cui data di emissione è compresa tra il II secolo a.C. e il IV secolo d.C.. L’uso a scopo votivo di queste monete è confermato dal fatto che alcune presentano incisioni graffite sulla loro superficie. Le altre vetrine mostrano altri tipi di pratiche di culto: ci sono ossa che testimoniano sacrifici di animali e frammenti ceramici che indicano la donazione di oggetti di uso quotidiano. |
Sala 4 (Aree di abitato) Nell’ultima sala della sezione archeologica sono esposti alcuni reperti emersi dagli scavi nell’area abitata di Auronzo di Cadore. Tra le numerose testimonianze di epoca romana, si distinguono diversi ritrovamenti monetali. Nella vetrina accanto sono invece visibili ceramiche da cucina e da mensa, insieme ad alcuni oggetti di uso quotidiano, come un amo da pesca, che indica la pratica di questa attività nella zona. Infine, sono esposti anche reperti di età tardoantica e medievale, principalmente frammenti di ceramica da cucina. |
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Accesso
Tipo di Accesso: Negli orari di apertura
Su prenotazione;
Biglietto: Si;
Accesso per le Scuole
Accessibilità Disabili
L'accesso avviene da una porta laterale, dove però è presente un basso gradino
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Bibliografia di riferimento
| Gangemi G., A proposito delle lamine iscritte a specchio liscio dal santuario in località Monte Calvario di Auronzo di Cadore (Belluno): spunti di riflessione e di ipotesi, in ...ut...rosae...ponerentur. Scritti di archeologia in ricordo di Giovanna Luisa Ravagnan, a cura di Bianchin Citton E., Tirelli M., Venezia-Roma 2006, pp. 57-66. |
| Gangemi G., I dischi votivi dal Monte Calvario di Auronzo di Cadore (BL), in in I Veneti dai bei cavalli, a cura di Malnati L., Gamba, M., Treviso 2003, pp. 102-103. |
| Gangemi G., Le emergenze strutturali dal santuario di Monte Calvario ad Auronzo di Cadore (BL) nel contesto della viabilità antica tra Italia e Norico, in Altno I, Il santuario altinate: Strutture del sacro a confronto e i luoghi di culto lungo la via Annia, a cura di Cresci Marrone G., Tirelli M., Roma 2009, pp. 247-256. |