MUVAR - Museo dell'Uomo di Val Rosna - Sovramonte

Via Sorriva 333 - 32030 - 32030 Sovramonte (BL)
Presentazione

Il museo, articolato in 9 sale, racconta i cambiamenti territoriali, climatici e ambientali che hanno interessato l’area di Val Rosna. L’esposizione guida lo spettatore alla scoperta degli aspetti evolutivi e culturali che hanno portato l’uomo a vivere nelle zone montane, con un’attenzione particolare proprio all’area di Val Rosna. Questa zona è stata scelta come fulcro dell’esposizione perché qui è stata trovata una sepoltura paleolitica eccezionale: quella del cosiddetto Uomo di Val Rosna, noto anche come Uomo di Villabruna.

Storia della collezione museale

Il complesso, inaugurato il 19 settembre 2024, è stato creato per raccontare il territorio in modo coinvolgente e dettagliato, grazie a ricostruzioni e filmati che permettono ai visitatori di immergersi nell’ambiente del Paleolitico e nella storia degli studi legata alla scoperta dell’Uomo di Val Rosna.

  • Descrizione
  • Sala 1

    Il percorso inizia con la proiezione di un breve film. Grazie a questo è possibile immergersi in quello che era l’ambiente in cui ha vissuto il protagonista indiscusso di questa sede museale: l’Uomo di Val Rosna. Attraverso, immagini, suoni e colori lo spettatore è infatti catapultato a 14.000 anni fa e segue le azioni di un gruppo di cacciatori e raccoglitori, fino alla morte e successiva deposizione dell’Uomo di Villabruna.

    Sala 2

    La seconda sala introduce il visitatore ai grandi cambiamenti storici, ambientali e alle trasformazioni nella frequentazione del territorio nel corso del tempo. Il percorso parte dal Paleolitico medio (300.000–40.000 anni fa), epoca in cui l’Europa era abitata dall’Uomo di Neandertal, per poi arrivare all’apparizione dell’Homo sapiens e all’impatto determinante dell’Uomo anatomicamente moderno. Dalla panoramica generale si passa gradualmente all’analisi del territorio locale, con particolare attenzione all’area di Monte Avena. Qui viene presentata una ricostruzione dell’area indagata nel 2016, accompagnata da una suggestiva fotografia di scavo che ne fa da sfondo.Attraverso un video esplicativo, viene poi affrontato il tema dei cambiamenti climatici e ambientali, partendo dal momento di massimaglaciazione, circa 21.000 anni fa, fino ai giorni nostri. Il focus si concentra sulle trasformazioni avvenute nelle aree di Val Rosna, della Valle del Cismon e dell’attuale frazione di Sorriva. Infine, lo sguardo si allarga nuovamente, per analizzare a scala più ampia la presenza umana in ambiente montano, con particolare attenzione alle dinamiche di frequentazione dell’area dell’Italia nord-settentrionale.

    Sala 3

    Nella terza sala è proposta un’esperienza immersiva: un’animazione coinvolgente mostra scene di caccia e di vita quotidiana, offrendo uno sguardo sul passato. Al termine, le immagini si soffermano sulle attuali condizioni dei Ripari di Villabruna.

    Sala 4

    Nella quinta sala prosegue il viaggio alla scoperta dei Ripari di Villabruna. Qui, fotografie e video raccontano i primi ritrovamenti e le successive ricerche archeologiche. Immersi nel racconto delle indagini e accompagnati da spiegazioni sulle importanti scoperte avvenute in quest’area, i visitatori possono osservare la riproduzione del Riparo Villabruna A. Proprio in quest’area, nel 1988, sotto la direzione del Professor Alberto Broglio dell’Università di Ferrara, è stato rinvenuto l’Uomo di Val Rosna.

    Sala 5

    Nella quinta sala si esplora il tema della caccia e della sussistenza nel Paleolitico. Per i cacciatori-raccoglitori di allora, le proteine di origine animale erano fondamentali, e anche nei Ripari di Villabruna la caccia agli erbivori rappresentava la principale fonte di cibo. Dai resti ritrovati, si è capito che gli animali cacciati più spesso erano cervi, stambecchi, camosci e caprioli, ma non mancavano anche cinghiali e animali da pelliccia come la martora. In questa sala sono esposti alcuni resti animali, tra cui palchi di cervo, insieme a strumenti in pietra scheggiata realizzati per cacciare e/o lavorare la carne, come spatole e coltelli.

    Sala 6

    In continuità con la sala precedente, in questa si prende in considerazione il tema dell’alimentazione attraverso resti faunistici che riportano tracce ben visibili sulle ossa di numerosi segni legati alla pratica della macellazione, ricordando comunque che alla caccia si accompagnavano anche attività quali pesca, cattura di uccelli e raccolta di tuberi e di vegetali. Grazie ad analisi effettuate sulla dentatura dell’uomo di Val Rosna, inoltre, è stato possibile individuare tracce di cera d’api, questo porta a pensare che non si possa escludere la raccolta di miele selvatico. In relazione al tema dell’alimentazione viene trattato un altro tema legato, quello delle cure dentarie. Sull’Uomo di Val Rosna, infatti, è attestato il caso più antico di cura di carie dell’evoluzione umana. Grazie a numerosi studi effettuati sul soggetto è stato possibile capire che la carie veniva trattata per mezzo di una piccola punta di selce tramite la quale si asportava il tessuto malato e si puliva il dente.

    Sala 7

    Nella settima sala l’esposizione si apre con due vetrine dedicate all’ornamento corporeo, una pratica molto diffusa tra le popolazioni del Paleolitico. In Italia, gli oggetti più comunemente utilizzati a questo scopo in questo periodo sono le conchiglie e i canini atrofici di cervo. Le conchiglie, oltre a fornire informazioni sull’alimentazione, raccontano della conoscenza degli abitanti del territorio e i di possibili scambi commerciali, soprattutto quando provengono da aree lontane rispetto a dove sono state ritrovate. Le conchiglie venivano selezionate, perforate, talvolta colorate con ocra e assemblate per creare ornamenti o applicate su abiti e altri manufatti. Anche i canini di cervo venivano perforati e colorati, assumendo un ruolo importante nell’ornamento personale. La visita prosegue con la presentazione dell’Uomo di Villabruna, presentato tramite una riproduzione a grandezza naturale e un pannello riportante le sue caratteristiche principali quali: peso (69 kg), altezza (168 cm) ed età alla morte (25 anni). Accanto alla ricostruzione, un video mostra le immagini dello scavo e lo stato di conservazione dell’Uomo di Villabruna al momento del ritrovamento.

    Sala 8

    Nell’ottava sala troviamo le informazioni inerenti il paleo-funerale di cui doveva essere stato protagonista l’Uomo di Val Rosna. Qui si possono vedere una riproduzione fedele dell’individuo e una vetrina con esposte le copie degli oggetti rinvenuti all’interno della sepoltura. L’uomo fu deposto in una fossa poco profonda, e si ipotizza che il suo corpo fosse o vestito o coperto da pelli o altri materiali. All’estremità dell’avambraccio sinistro furono rinvenuti alcuni oggetti (probabilmente contenuti in una sacca in pelle): una punta in osso, un coltello, una lama, un nucleo di selce, un ciottolo e un grumo di sostanza resinosa. Altri oggetti sono stati ritrovati sotto la spalla destra e sotto il femore. Dopo la deposizione, la fossa venne interrata e completamente coperta con pietre dipinte di ocra rossa. Sempre con l’ocra rossa, a circa un metro dalla sepoltura, su una cornice rocciosa furono tracciate delle tacche verticali, forse un segnacolo per ricordare la presenza dell’individuo.

    Sala 9

    Nell’ultima sala è ricostruito il posizionamento originale delle pietre dipinte con ocra rossa, utilizzate per sigillare la sepoltura. In questa riproduzione è rispettata sia la posizione che l’orientamento di ogni pietra. In alcuni casi, il lato dipinto delle pietre era rivolto verso il basso ed è visibile grazie a uno specchio posto sotto la ricostruzione. Accanto, in una vetrina, sono esposte copie fedelissime di questi manufatti decorati. Un pannello accompagna l’esposizione, spiegando la raffinatezza artistica di queste testimonianze del Paleolitico e illustrando le diverse scelte iconografiche fatte durante la realizzazione di questi oggetti

  • Servizi per l'utenza
  • Servizi didattici
    • Servizi igienici
    • Parcheggio
    • Bookshop
    • Brochure
    • Pannellistica
    • Didascalie delle opere
    • Postazioni informatiche
      All'interno del museo sono disposti diversi schermi a supporto del tema trattato nella singola sala.
    • Supporti informativi multilingue: Inglese
  • Galleria fotografica
  • Bibliografia di riferimento
    • Peresani M., I Ripari e l’Uomo del Villabruna in Val Rosna , 2020.
    • Delpiano D., Peresani M., Il Campon di Monte Avena, una miniera di selce di 40mila anni fa, 2020.