Museo Vittorino Cazzetta - Selva di Cadore

Via IV Novembre 55 - 32020 Selva di Cadore (BL)
Presentazione

Il Museo Civico Vittorino Cazzetta, si compone di quattro sezioni principali: la sezione geologica-paleontologica, la sezione archeologica, la sezione documentaria e la sezione storico paesaggistica. La sezione archeologica occupa quattro sale al primo piano e quattro al secondo. Al primo piano la sezione archeologica è dedicata al Mesolitico, periodo al quale appartiene la nota sepoltura qui esposta dell’Uomo di Mondeval, un cacciatore vissuto circa 8000 anni fa. Al secondo piano invece si esplora la frequentazione in alta quota tra il Neolitico e l’Alto Medioevo.

Storia della collezione museale

Il Museo Civico della Val Fiorentina, istituito nel 1982, comprendeva alcune collezioni di fossili e un’esposizione di oggetti etnografici. Dopo le importanti scoperte archeologiche degli anni Ottanta dello scorso secolo, prima tra tutte quella della sepoltura dell’Uomo di Mondeval, coordinata dal prof. Antonio Guerreschi in seguito alla felice segnalazione di Vittorino Cazzetta (alla cui memoria è intitolato il museo dal 1997), si rese necessario avviare la realizzazione di un nuovo allestimento, che venne ad occupare parte dell’edificio attuale.

  • Descrizione
  • Sala 1, primo piano

    Nella prima sala, al primo piano del museo, si trovano due grandi pannelli introduttivi. Il primo, sulla parete di destra, illustra la storia della raccolta museale e la figura dello studioso Vittorino Cazzetta, cui è dedicato il museo stesso. Il secondo, sulla parete di sinistra, aiuta a localizzare i principali rinvenimenti geo-paleontologici e archeologici esposti nel museo e traccia una sintesi storica della Val Fiorentina.

    Sala 4, primo piano

    Con la quarta sala ha inizio la sezione archeologica, dedicata al Mesolitico nella Val Fiorentina. L’argomento è introdotto da un pannello sulla parete di sinistra, nel quale viene proposto anche un inquadramento generale sul sito 1 di Mondeval de Sora (2150 m s.l.m.). Le testimonianze mesolitiche rinvenute in questo riparo, protetto da un grande masso erratico e frequentato dall’uomo a partire da circa 9200 anni fa, sono senza dubbio tra le più interessanti dell’intero arco alpino relativamente a quest’epoca. Nel sito sono stati documentati i resti di numerose capanne, con una sequenza di strati archeologici contenenti non solo strumenti in selce lavorata, ma anche resti dei pasti a base di animali cacciati e di carboni pertinenti ai focolari. La grande vetrina che occupa la parete di fondo, mediante l’esposizione di semi, bacche, frutti e funghi e di resti ossei di cervi, stambecchi, orsi ecc. (in parte antichi e in parte moderni, come i crani appesi), illustra le caratteristiche dell’ambiente e dell’economia di sussistenza praticata dall’uomo cacciatore-raccoglitore del Mesolitico. Nella seconda grande vetrina sulla parete opposta si trovano invece tre pannelli dedicati alla conca di Mondeval de Sora, al nomadismo stagionale nel territorio alpino e alla tecnologia litica, nonché due plastici di carattere ambientale e una selezione di strumenti in selce lavorata. Nella parete di fondo è allestito un accurato diorama, integrato da un supporto audio, che ricostruisce alcuni aspetti della vita e delle attività condotte in una capanna mesolitica sulla base dei dati ricavati dallo studio scientifico del sito 1 di Mondeval de Sora.

    Sala 5, primo piano

    La sala è dedicata alla sepoltura dell’Uomo di Mondeval, risalente a circa 7500 anni fa (fase castelnoviana del Mesolitico). L’inumato, un cacciatore di circa 40 anni, fu deposto supino all’interno di una fossa assieme a un interessante corredo funerario, che viene presentato all’interno delle vetrine. Sul fianco sinistro, all’altezza dell’avambraccio e della mano, si trovavano tre sacchetti (non conservati) che contenevano altrettanti gruppi di materiali: nel primo si trovavano 10 elementi (una serie di lame litiche, un grumo di propoli con proprietà antibiotiche e uno strumento ricavato da una difesa di cinghiale), nel secondo soltanto 3 (due manufatti litici e un grumo di resina che veniva utilizzato per fissare gli elementi in selce lavorata), nel terzo ben 33 (strumenti e nuclei litici e altri manufatti in osso e in corno, tra i quali spiccano un pressore per trapano ad arco e un bell’arpione per la caccia e la pesca). Oltre a questi materiali, nella sepoltura furono rinvenuti anche oggetti di decoro personale (come un gruppo di sette canini atrofici di cervo forati appartenenti probabilmente a una collana), nonché tre lame in selce e due punteruoli in osso riferibili al rito funerario.Nella sala, oltre ai consueti pannelli didattici, si trovano anche due grandi illustrazioni ricostruttive della figura del cacciatore e della sua deposizione funebre.

    Sala 6, primo piano

    L’intera sala è occupata dalla sepoltura dell’Uomo di Mondeval. L’allestimento, ambientato assai suggestivamente in una tersa notte stellata sotto la costellazione di Orione, vede lo scheletro del defunto, straordinariamente integro, deposto nella sua posizione originaria all’interno di una teca pavimentale opportunamente climatizzata. Accanto allo scheletro sono fedelmente collocate copie degli oggetti di corredo. Un utile supporto audio agevola la visita.

    Sala 7, primo piano

    L’ultima saletta del primo piano ospita un video che ricostruisce la probabile fisionomia dell’Uomo di Mondeval sulla base delle caratteristiche del cranio.

    Sala 1, secondo piano

    La sala principale del secondo piano ospita la sezione protostorica e storica, il cui allestimento non è ancora definitivo. Nelle vetrine lungo le pareti della sezione protostorica sono esposte, in particolare, alcune selci lavorate del tardoneolitico e dell’eneolitico provenienti dal sito di Mandriz, al quale appartengono anche resti faunistici e frammenti di vasi in terracotta, ad eccezione di un’olla rinvenuta integra. Interessanti sono anche alcune testimonianze epigrafiche, sia originali sia in copia, come nel caso dei calchi del cippo iscritto preromano del monte Pore (al centro della sala) e delle tre iscrizioni rupestri del monte Civetta, con indicazione dell’antico confine tra i territori dei municipia romani di Bellunum (Belluno) e di Iulium Carnicum (Zuglio Carnico).

    Sala 2, secondo piano

    L’intera piccola sala è dedicata all’esposizione di una fedele copia della stele di Monte Pore. Scoperta nel 1866, la stele originale è oggi conservata presso il Museo Civico di Bolzano ed è una testimonianza di grande valore della scrittura paleoveneta. Su due dei lati della stele sono incise iscrizioni in lingua paleoveneta.

    Sala 3, secondo piano

    Quest’ultima sala espone alcuni manufatti rinvenuti in alta quota, risalenti all’epoca romana e medievale. Sulla parete di destra, una piccola vetrina presenta tre reperti romani: due monete e una fibula. Subito dopo, una riproduzione tridimensionale mostra le aree montuose da cui provengono i reperti. Accanto al plastico, si trovano tre calchi di iscrizioni confinare provenienti dal Monte Civetta, databili al I secolo d.C. Sulla parete di sinistra sono invece esposti manufatti ceramici di epoca altomedievale.

  • Servizi per l'utenza
  • Servizi didattici
    • Servizi igienici
    • Parcheggio
      Il parcheggio si trova di fronte al museo.
    • Bookshop
    • Punti di sosta
    • Brochure Guide a stampa
      Brochure in Italiano e in Inglese
    • Pannellistica
      Italiano e Inglese
    • Didascalie delle opere
      Italiano
    • Postazioni informatiche
      Video, audio
    • Supporti informativi multilingue: Inglese
      Brochure e pannelli
    • Visite guidate
    • Attività didattiche
    • Laboratorio didattico
      Ultimo piano aula didattica
    • Biblioteca/Centro di Documentazione
    • Spazi per altre attività
      Sala conferenze e sala per esposizioni temporanee
  • Galleria fotografica
  • Bibliografia di riferimento
    • Bonetto J., Veneto (Archeologia delle Regioni d'Italia), Roma 2009, pp. 428.
    • Musei e raccolte archeologiche del Veneto , a cura di Di Mauro A., Dosson di Casier 2004, pp. 39-41.
    • Bianchin Citton E., Il popolamento del Bellunese dal Neolitico agli inizi dell'età del Ferro. Nuovi dati, in Quaderni di Archeologia del Veneto, XVI, 2000, pp. 23-31.
    • Camerini N., Guerreschi A., Mondeval de Sora: un sito d'altura nelle Dolomiti, in Quaderni di Archeologia del Veneto, X, 1994, pp. 14-22.
    • Guerreschi A., Il sito mesolitico di Mondeval de Sora, in Immagini dal tempo. 40.000 anni di storia nella provincia di Belluno, Cornuda 1992, pp. 91-102.
    • Storia, archeologia e geologia della Val Fiorentina , a cura di Associazione Culturale "Amici del Museo" di Selva di Cadore, Cortina d'Ampezzo 2000.
    • L'Uomo di Mondeval (CD-ROM) , 2007.
    • Pigozzo Bernardi G., La stele del monte Pore: un esempio di scrittura paleoveneta-paleoslava, in Slavia. Rivista trimestrale di cultura, 30 (2021), n.3., 2021.